Action for Climate Empowerment
Action for Climate Empowerment
Tutti abbiamo un ruolo: ridurre le emissioni di gas, creare società resilienti, renderci pronti agli inevitabili effetti dei cambiamenti climatici, adottare stili di vita sostenibili, prestare attenzione ai sistemi di consumo e di produzione. La transizione può avvenire solo grazie a un’ampia collaborazione tra i governi e i diversi settori della società, compresi i giovani, le minoranze e le comunità svantaggiate.
Action for Climate Empowerment (ACE – Azione per l’empowerment climatico) è un’espressione che si riferisce all’obiettivo di fornire a tutti i membri della società gli strumenti per potersi impegnare nell’azione per il clima attraverso l’istruzione, la formazione, la sensibilizzazione, la partecipazione pubblica, l’accesso alle informazioni e la cooperazione internazionale sul tema.
Adottata dalla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), la definizione di ACE che include un’ampia varietà di iniziative volte a identificare e adottare soluzioni per affrontare la sfida del clima: da eventi organizzati nel contesto delle Conferenze delle Parti (COP) dell’UNFCCC, come la Giornata dei giovani e delle generazioni future (Young and Future Generations Day), ai Dialoghi sull’azione per l’empowerment climatico, fino alla selezione di Focal Point Nazionali per l’ACE.
Quindi, che cos’è esattamente l’ACE, come funziona e perché ha assunto un ruolo chiave nella recente COP di Glasgow?
Cos’è l’azione per l'empowerment climatico?
In termini semplici, l’ACE è un flusso di lavoro volontario all’interno dell’UNFCCC che si propone di facilitare un’azione ad alto impatto contro i cambiamenti climatici.
ACE cerca di spostare l’attenzione delle strategie climatiche verso i gruppi che sono spesso sottorappresentati, con un’enfasi particolare al coinvolgimento dei giovani, che sono stati parte integrante delle strategie ACE alla COP26 di Glasgow e alla Pre-COP26 di Milano.
“L’obiettivo generale di ACE è quello di dare a tutti i membri della società la possibilità di impegnarsi nell’azione per il clima, attraverso l’istruzione, la formazione, la sensibilizzazione, la partecipazione, l’accesso alle informazioni e la cooperazione internazionale su questi temi”, si legge nel sito web dell’UNFCCC.
L’obiettivo comune di aumentare gli sforzi nazionali per istruire, responsabilizzare e coinvolgere tutti i membri della società è esplicitato nell’articolo 6 dell’UNFCCC, oltre che nell’articolo 10(e) del Protocollo di Kyoto e nell’articolo 12 dell’Accordo di Parigi. Il termine ACE è quindi stato adottato per riferirsi in modo più chiaro agli sforzi relativi all’attuazione dell’articolo 6 dell’UNFCCC, senza creare confusione con l’articolo 6 dell’Accordo di Parigi.
Gli elementi identificativi dell’ACE si possono ritrovare anche nell’articolo 12 dell’Accordo di Parigi, che riconosce l’importanza di istruzione, formazione, sensibilizzazione e partecipazione per intensificare l’azione per il clima. Elementi che sono espressi anche negli Obiettivi di sviluppo sostenibile numero quattro, tredici e sedici.
In questa logica, l’ACE consiste nel facilitare a tutti i membri della società la comprensione della necessità di politiche climatiche ambiziose e allo stesso tempo favorire una partecipazione attiva attraverso cui i cittadini possano esprimere la loro opinione informata su come dovrebbe configurarsi l’azione climatica.
L’ACE invita inoltre i paesi non solo ad attuare strategie nazionali, ma anche a cooperare attivamente in questo processo, attraverso lo scambio di informazioni e di buone pratiche e il rafforzamento delle istituzioni nazionali.
ACE: scopo e obiettivi. Fonte: UNFCCC
Perché l’ACE è importante?
L’ACE tocca due aspetti chiave della democrazia ambientale: il diritto di accesso alle informazioni e il diritto alla partecipazione ai processi decisionali sull’ambiente.
Il presupposto è duplice: non solo è essenziale che tutti gli attori sociali supportino la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, ma è anche necessario fare leva sui gruppi sottorappresentati della società, che possono rivelarsi agenti di cambiamento cruciali nella ricerca di soluzioni e innovazioni, se gliene viene data l’opportunità.
Ad esempio, l’enfasi sull’ACE per i giovani deriva anche dal riconoscimento dei loro contributi chiave al dibattito sul clima, a partire dal quale si può aprire per loro la possibilità di impegnarsi in un’azione concreta e significativa per il proprio futuro.
Glasgow: successo o fallimento?
Un risultato importante ma spesso poco enfatizzato della COP26 è il programma di lavoro di Glasgow sull’ACE (Glasgow work programme on Action for Climate Empowerment), adottato per sostituire il precedente Doha ACE work programme del 2012.
In termini pratici, secondo il nuovo programma, i paesi continueranno a selezionare e sostenere i Focal Point Nazionali con l’obiettivo di consolidare un approccio all’ACE che sia strategico e di lungo termine, in cui le attività rilevanti siano integrate da ciascun paese all’interno dei propri programmi di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici già esistenti.
Ad esempio, un tema di alto interesse è il legame tra le iniziative ACE e la transizione energetica: alcuni paesi stanno puntando sul potenziale del programma di lavoro di Glasgow sull’ACE per accelerare la propria transizione energetica, rafforzando la partecipazione dei cittadini, delle comunità locali, delle donne e delle popolazioni indigene nei processi decisionali sull’energia e creando strumenti per persuadere i decisori a intraprendere obiettivi ambiziosi ed equi in tema di energia pulita e a realizzarli con la più ampia partecipazione sociale possibile.
L’incontro di Glasgow ha visto l’adozione del primo programma di lavoro sull’ACE dall’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi nel 2015: le aspettative sui risultati che avrebbe potuto raggiungere erano pertanto molto alte. In particolare, vi era la speranza che il programma includesse anche un riferimento diretto ai diritti umani, riferimento che non è stato incluso nel testo finale per un’opposizione dell’Arabia Saudita.
La negoziatrice messicana Camila Zepeda ha espresso il suo disappunto in proposito, affermando: “Vogliamo esprimere la nostra profonda preoccupazione per la rimozione dei riferimenti ai diritti umani e all’equità di genere e intergenerazionale dai principi guida del Glasgow Work Programme of Action for Climate Empowerment. Siamo estremamente delusi da un tale risultato”.
Tuttavia, la giovane partecipante Hailey Campbell conclude che, anche se il programma non è perfetto, “i giovani sono stati riconosciuti come agenti di cambiamento che meritano di essere inclusi nei processi decisionali sul clima a livello nazionale e internazionale. Infatti, il testo menziona i giovani più di 15 volte e dà voce alla maggior parte delle nostre richieste di inclusione giovanile. Le parti hanno persino condiviso il loro entusiasmo a collaborare con noi alla progettazione dell’ACE Action Plan (piano d’azione ACE) alla sessione di lavoro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà in Germania nel giugno 2022”.