26Feb

SSP, gli scenari dell’IPCC

SSP, gli scenari dell’IPCC

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Non sono previsioni. Sono la rappresentazione di un futuro che guarda alle conseguenze di specifici comportamenti e determinate azioni. Un futuro che viene definito a partire dalle scelte che compiamo nel presente.

Gli scenari sono un elemento fondamentale della ricerca sul cambiamento climatico e un importante strumento per la comprensione dei vari impatti che generiamo sul nostro pianeta. Ci offrono uno sguardo sul futuro, permettendo ai ricercatori di studiare e analizzare l’impatto di diverse decisioni a breve termine sul futuro a lungo termine.

I Percorsi Socioeconomici Condivisi – Shared Socioeconomic Pathways (SSP) sono una raccolta di scenari climatici, che appaiono per la prima volta in un Rapporto di Valutazione dell’IPCC sul cambiamento climatico nell’AR6 pubblicato il 9 agosto 2021. Gli scienziati hanno esaminato cinque “possibili futuri climatici”, esplorando altrettanti scenari con diversi livelli di emissioni di gas serra, che vanno da “emissioni molto basse” SSP1-1.9, “basse” SSP1-2.6 e “intermedie” SSP2-4.5, fino ad “alte” SSP3-7.0 e “molto alte” SSP5-8.5.

Ma cosa sono esattamente i Percorsi Socioeconomici Condivisi e come si distinguono e/o integrano con altri scenari quali i Percorsi di Concentrazione Rappresentativi (RCP – Representative Concentration Pathways)? Rispondere a questa domanda può aiutarci a capire meglio la ricerca degli scienziati sui cambiamenti climatici e come questa informa le decisioni politiche.

Scenari socioeconomici: il racconto del futuro

Gli SSP, manteniamo questa terminologia perché è così che gli scienziati definiscono questi scenari a livello internazionale, forniscono narrazioni che descrivono sviluppi socioeconomici alternativi. “In passato, i fattori socioeconomici erano impliciti: i modelli matematici utilizzavano come input primario le proiezioni delle emissioni di gas serra e le loro concentrazioni”, spiega Laurent Drouet, ricercatore del RFF-CMCC European Institute on Economics and the Environment. “Con gli SSP, possiamo comprendere meglio come il cambiamento climatico e le politiche climatiche influenzano la società e l’economia”.

L’inserimento di indicatori socioeconomici negli scenari climatici futuri è essenziale, poiché essi rappresentano il motore fondamentale sia del cambiamento climatico che dei progressi nelle attività di mitigazione e adattamento. Per questa ragione il Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC (AR6) combina SSP e RCP (traiettorie di concentrazione di gas serra che descrivono diversi futuri climatici) in un’Architettura a Matrice di Scenari che unisce sempre più pezzi del puzzle che è il nostro futuro.

Gli scenari fungono quindi da collante che unisce diversi aspetti della ricerca sul cambiamento climatico, con l’obiettivo di generare una conoscenza olistica che dia maggiore significato ai vari elementi inserendoli in un contesto generale. Relativamente alla ricerca sul clima, forniscono un quadro comune attraverso cui analizzare gli impatti delle politiche di adattamento e mitigazione del cambiamento climatico (o la loro assenza) e il sistema climatico.

Da qui, nascono cinque narrazioni  che prendono in considerazione, rispettivamente, diversi livelli di riscaldamento previsto e la nostra capacità di adattarci ai cambiamenti futuri. Ognuna di queste storie unisce uno scenario di sviluppo socioeconomico con una traiettoria di emissioni di carbonio, creando così una matrice di scenari che mostra come le nostre scelte socioeconomiche influenzeranno il cambiamento climatico nel XXI secolo.

Come leggere gli SSP

L’elemento chiave degli SSP, da cui derivano tutti gli scenari socioeconomici futuri compresi nell’ultimo rapporto di valutazione dell’IPCC, è un sistema di linee di riferimento che descrivono il mondo in assenza di nuove politiche climatiche, e scenari di mitigazione che prevedono gli effetti delle politiche di mitigazione.

Illustrazione schematica delle fasi principali di sviluppo degli SSP, incluse le narrazioni, i driver degli scenari socioeconomici (elementi base degli SSP), e gli scenari di base e di mitigazione degli SSP.  Global Environmental Change Volume 42, gennaio 2017, pagine 153-168, DOI 10.1016/j.gloenvcha.2016.05.009

Ogni SSP include proiezioni di crescita demografica ed economica, oltre ai trend di sviluppo tecnologico e geopolitico – che avranno un impatto sia sulle nostre emissioni che sulla nostra capacità di ridurle o di adattarci ad esse. 

A sua volta, ognuno di questi scenari SSP viene accoppiato con diversi percorsi di emissioni, offrendoci una lettura più complessa e sfaccettata del futuro. 

Gli SSP permettono ai ricercatori di osservare come le scelte della società di oggi influenzeranno le emissioni future e quindi la nostra capacità di raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

“Uno scenario con sfide minori nell’adattamento e nella mitigazione, come SSP1, ha molte più probabilità di raggiungere l’obiettivo del Paris Agreement, rispetto ad altri con sfide più difficili. Tuttavia, un grande sforzo di mitigazione è ancora necessario in tutti gli scenari”, afferma Drouet.

Per isolare le diverse variabili e analizzare la loro influenza sul sistema terrestre, è utile osservare singoli fattori socioeconomici (quali l’urbanizzazione, lo sviluppo tecnologico, la crescita della popolazione, l’istruzione) e i loro cambiamenti nel tempo, per notare come, in assenza di nuove politiche climatiche, il mondo possa essere influenzato da questi fattori. In questo modo possiamo comprendere meglio i driver del cambiamento climatico, quelli dell’adattamento e della mitigazione, dando vita quindi a una ricerca più informata e – si spera – a decisioni politiche illuminate.

 

I diversi mondi possibili degli SSP sono utili perché ci permettono di comprendere come diversi fattori socioeconomici influiscono sul cambiamento climatico. 

vediamo nel dettaglio quali mondi sono disegnati dagli SSP:

– un mondo connotato da crescita sostenibile e uguaglianza (SSP1); 

– un mondo “di mezzo” dove i trend seguono ampiamente i loro modelli storici (SSP2); 

– un mondo frammentato da “neo-nazionalismi” (SSP3); 

– un mondo con disuguaglianze sempre crescenti (SSP4); 

– un mondo caratterizzato da crescita rapida e senza limiti nella produzione economica e nell’uso dell’energia (SSP5).

Lo “spazio delle sfide” che deve essere attraversato dagli SSP, diviso in cinque “domini” con un SSP situato all’interno di ogni dominio, rappresentato da una stella. Fonte: O’Neill, B.C., Kriegler, E., Riahi, K. et al. A new scenario framework for climate change research: the concept of shared socioeconomic pathways. Climatic Change 122, 387–400 (2014). https://doi.org/10.1007/s10584-013-0905-2

SSP1 e SSP5 prefigurano gli scenari più ottimistici per l’umanità, con “investimenti sostanziali in istruzione e salute, rapida crescita economica e istituzioni ben funzionanti”. La differenza principale tra loro è che SSP5 postula che questi progressi saranno spinti da un’economia ad alta intensità energetica, basata sui combustibili fossili, mentre in SSP1 prevarranno le pratiche sostenibili.

SSP3 e SSP4 sono più pessimisti nella loro visione del futuro sviluppo economico e sociale, per cui la società nel suo complesso investirà poco nell’istruzione o nella salute nei paesi più poveri, con una popolazione in rapida crescita e crescenti disuguaglianze.

La via di mezzo è rappresentata da SSP2, in cui i modelli di sviluppo storici continuano per tutto il XXI secolo. 

La combinazione degli SSP con gli RCP usata nell’AR6 è la prima applicazione completa della matrice di scenario applicata alla mitigazione e rappresenta il primo passo per l’inclusione della matrice di scenario nella ricerca sui cambiamenti climatici.

“Uno dei grandi successi degli SSP è stato il processo trasparente che ha portato alla loro costruzione e il libero accesso alle ipotesi che stanno dietro questi scenari. Non è sempre stato così”, spiega Drouet. “Ora si stanno sviluppando molti nuovi scenari che utilizzano il quadro SSP. Questi nuovi strumenti sono utili per fornire nuove proiezioni ad una risoluzione più alta e su scala locale e gli scienziati di diverse comunità stanno già discutendo sulla possibile evoluzione di questi scenari”.

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